Le intercettazioni e i soldi in contanti
Nelle carte emergono conversazioni dei genitori di SEMPIO su come ricavare denaro liquido attraverso amici. Lovati liquida le contestazioni: «Sono soldi presi per le spese legali. Uno può farseli prestare. C’erano tre avvocati da pagare. L’uso del contante non è vietato dalla legge». Alla domanda sul perché di tanto movimento attorno a un giovane che si professa innocente, l’avvocato risponde: «Ma stiamo scherzando? La famiglia Sempio stava mangiando il panettone il 24 dicembre del 2017, quando ha saputo dalla televisione. È chiaro che una famiglia si mobilita e va a cercare avvocati e consulenti».
Il biglietto con gli appunti
Massimo Lovati respinge l’ipotesi: «Antepongo un fatto. Parliamo di una famiglia abituata a conservare tutto. Biglietti di ogni specie: elettricista, idraulico, parcheggi. Mi rendo conto: è curioso che tengano anche un biglietto del genere dopo sette anni». Il documento era conservato come segnalibro in un volume dedicato al processo Poggi: «Anche questo è curioso. Lo tenevano in un libro scritto dal collega Tizzoni, dal titolo Processo Garlasco. Diritto alla verità. Il biglietto era infilato come segnalibro».
Proprio quell'appunto, secondo la procura, rappresenterebbe un indizio di corruzione, ma la versione della difesa di Sempio è opposta:
«C’è una capziosità evidente, da parte dei signori della procura di Brescia. Parlano di 20 o 30 mila euro, ma non è quello che c’è scritto. C’è scritto 20 o 30 euro: è la cifra che serve per ottenere copia dell’atto di archiviazione. È un preventivo di spesa».
Chi ha ucciso Chiara Poggi
Il legale difende la totale estraneità del suo cliente: «È un ragazzo normale. Completamente estraneo ai fatti, ormai martoriato. È stato tirato dentro sulla base del semplice scontrino di un parcheggio, a cui la difesa di Alberto Stasi si è attaccata. Tutto questo castello nasce da lì». Sull'impronta 33 dice: «Non è di Andrea Sempio. E lo vedrete» il Dna sotto le unghie di Chiara Poggi.
Per Lovati, quello di Garlasco, resterà un delitto senza colpevoli.
Ma qualcuno deve pur aver ucciso Chiara Poggi, chi? «Un’organizzazione criminale, gente che ci mette due secondi a spararti in bocca». Il motivo sarebbe da ricercare nelle ricerche che la ragazza faceva online nell'estate del 2007 e che sono state conservate sulla sua chiavetta Usb. Quelle ormai famose sul santuario della Bozzola ma che sarebbero solo l'ombra di scenari assai più gravi: «Pedofilia degli enti ecclesiastici e traffico di organi umani. Io la chiamo massoneria bianca».
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