
È stata intubata, trasferita in terapia intensiva, ma il suo quadro clinico si è aggravato in fretta. La morte è arrivata.
Aveva solo 36 anni, un figlio di cinque, una vita piena tra il lavoro nella gelateria di famiglia e l’amore per i suoi cari. Alessandra e' entrata in ospedale per un’emorragia addominale, ma da quel reparto non è mai uscita. Dopo appena 30 ore di ricovero, è stata dichiarata morta. Ora la magistratura indaga per omicidio colposo.
Il malore e il ricovero d’urgenza
Nella notte tra sabato 27 e domenica 28 settembre, Alessandra si è presentata al pronto soccorso dell’ospedale Santa Rosa di Viterbo, accompagnata dal compagno. Da giorni lamentava perdite di sangue. All’arrivo era cosciente e in grado di camminare, ma ha perso conoscenza poco dopo. È stata intubata, trasferita in terapia intensiva, ma il suo quadro clinico si è aggravato in fretta. La morte è arrivata intorno a mezzogiorno di domenica.
Un’indagine aperta
Sulla vicenda è intervenuta la Procura di Viterbo, che ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo contro ignoti.
L' obiettivo dei magistrati è capire se ci siano state negligenze mediche, ritardi nelle cure o omissioni nella gestione del caso.
Sono già state acquisite le cartelle cliniche, i referti ospedalieri e le testimonianze di medici e infermieri. L’autopsia, disposta dalla procura, è stata affidata al medico legale Luigi Cipolloni e al ginecologo Domenico Arduini. Anche la famiglia ha nominato propri consulenti per analisi indipendenti. I risultati dell’esame autoptico sono attesi entro due mesi.
L’addio di una città intera
L’ultimo saluto ad Alessandra si è tenuto nella chiesa di Santa Barbara, gremita di persone. Parenti, amici, conoscenti: tutti riuniti per rendere omaggio a una donna che in molti ricordano per il sorriso sincero, la gentilezza, la passione per il suo lavoro.
«Ciao tempesta, hai lasciato una cicatrice indelebile in tutti noi», ha detto il fratello durante i funerali. Un dolore che resta e che ora si mescola al bisogno di verità.
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