Il 22enne si è tolto la vita nel penitenziario di Messina: a marzo aveva confessato l’uccisione della giovane.
Il giovane si è impiccato nel pomeriggio di oggi, 6 agosto, intorno alle ore 17, dopo essersi allontanato dai suoi compagni.
A trovare il corpo sono stati alcuni agenti della polizia penitenziaria. Nonostante l’intervento immediato, i soccorsi si sono rivelati inutili.
Argentino, già un mese dopo l’arresto e la confessione del delitto, aveva manifestato intenzioni suicide. In seguito a colloqui con medici e psicologi dell’istituto penitenziario, era stato reinserito nella vita comune all’interno della struttura e non era più in regime di alta sorveglianza ma in una cella con altri due detenuti. Era anche tornato a mangiare, dopo un periodo in cui aveva rifiutato il cibo. Sull’accaduto la Procura di Messina, guidata da Antonio D’Amato, ha aperto un’inchiesta.
Il rifiuto di Sara
Il 10 settembre si sarebbe dovuta tenere la prima udienza del processo. Le indagini dei carabinieri hanno accertato che Sara Campanella il giorno del suo femminicidio si era accorta di esser seguita da lui e aveva inviato un messaggio alle amiche con la scritta 'il malato mi segue'.
Per documentare le molestie quel giorno la studentessa aveva attivato la registrazione audio sul suo cellulare. «Non voglio nulla con te - aveva detto Sara a Argentino - spero ora, dopo un anno, di essere stata chiara.
L'ultima volta ti ho detto di lasciarmi in pace, cosa hai capito di questa cosa? Tu te ne torni a casa tua, io continuo per la mia strada, o mi devi seguire fino… Mi stai seguendo».
L'audio documenta tutte le fasi dell'attacco mortale.
Le indagini dei carabinieri avevano anche dimostrato la premeditazione del femminicidio. Argentino avrebbe acquistato su Amazon un coltello, la cui scatola è stata successivamente recuperata nell'abitazione che occupava durante il periodo di studio a Messina. L'arma, mai ritrovata, sarebbe perfettamente compatibile, secondo gli inquirenti, con le ferite inferte a Sara.
«Un epilogo terribile di una storia terribile»
«È l'epilogo terribile di una storia terribile. Ha deciso lui le sorti di due famiglie. Per noi è un colpo molto doloroso. Non possiamo che essere addolorati in questo momento. Non ci sono parole per descrive i sentimenti che stanno provando i familiari di Sara». Così l'avvocata Concetta La Torre che assiste la mamma di Sara Campanella, la giovane uccisa a Messina dal collega universitario lo scorso 31 marzo.
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